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PANORAMICA SU EURISTICHE E BIAS COGNITIVI

Lo studio di come intuitivamente vengono emanati giudizi di probabilità e frequenza in condizioni di incertezza ci aiuta a comprendere meglio quelli che sono, infine, i processi decisionali dell’essere umano. Per esempio, si è visto come a seguito della domanda se siano più frequenti i decessi dovuti all’attacco di uno squalo, o dovuti a causa di un incidente aereo, un gruppo di cittadini statunitensi (Plous 1993) ha ritenuto che la risposta corretta fosse la prima, in contrasto con quelli che sono i dati forniti dalle statistiche. Ad un altro gruppo di soggetti (Tversky e Kahneman, 1983), in un differente contesto sperimentale, è stato presentato il seguente testo:


Linda ha 31 anni, è single, schietta e molto brillante. Ha una laurea in filosofia. Quando era una studentessa, era molto interessata ai temi della discriminazione e della giustizia sociale e ha partecipato anche a dimostrazioni antinucleari.


Successivamente, ai soggetti venivano fornite queste otto descrizioni:

  • Linda insegna in una scuola elementare.

  • Linda lavora in una libreria e prende lezioni di yoga.

  • Linda è attiva nel movimento femminista.

  • Linda è un operatore di psichiatria sociale.

  • Linda è membro della Lega delle donne elettrici.

  • Linda è impiegata in una banca.

  • Linda vende assicurazioni.

  • Linda è impiegata in una banca ed è attiva nel movimento femminista.

I partecipanti avevano il compito di stimare la probabilità che ognuna di queste descrizioni si adattasse al profilo di Linda.

Questo problema (denominato Il problema di Linda) diede un risultato irrazionale: la maggior parte dei partecipanti (89%) affermò che la descrizione “Linda è impiegata in una banca ed è attiva nel mondo femminista” fosse maggiormente attinente, rispetto a Linda, della descrizione “Linda è impiegata in una banca”: questo esito è in contrasto con i principi fondamentali della teoria della probabilità, in quanto è sicuramente più probabile un esito generico (in questo caso, “impiegata in una banca”) piuttosto che un esito specifico (“impiegata in una banca ed attiva nel movimento femminista”).


La letteratura psicologica ha molti esempi aventi questi tipi di errori. Come spiegare allora questi risultati?

Per semplificare, partiamo dal presupposto che il sistema cognitivo umano è un sistema avente risorse limitate. Pensare approfonditamente, analiticamente, risulta essere maggiormente dispendioso in termini di risorse e, in determinate circostanze (es. situazioni di incertezza, stanchezza, stress, presenza di pressione temporale), o a seguito di determinati tratti di personalità, si preferisce ricorrere a delle vere e proprie scorciatoie del pensiero per giungere a conclusioni “sufficientemente buone”, con il fine di ottenere il massimo risultato possibile con il minor costo. Queste modalità di pensiero vengono definite euristiche di giudizio, mentre gli errori sistematici del giudizio rispetto a quella che è la risposta corretta, conseguenti a queste euristiche, vengono definiti biases cognitivi.



Tipologie di euristiche


Le ricerche e le osservazioni di psicologia cognitiva hanno individuato diversi tipi di euristiche. Di seguito riportiamo alcune delle principali:


Euristica della disponibilità: questo tipo di euristica identifica tutti quei processi di pensiero che tendono a sovrastimare la frequenza o la probabilità di un evento sulla base della facilità con cui esso viene recuperato nella propria mente (in altre parole, la facilità con cui esso risulta disponibile nella propria memoria). L’esempio di prima, ossia che i cittadini statunitensi reputato più frequenti i decessi avvenuti da parte di un attacco di squalo, si rifanno a questo tipo di euristica, in quanto è più facile e immediato richiamare alla mente questo tipo di decesso, piuttosto che il decesso avvenuto per incidente aereo. La facilità del recupero viene influenzata da ragioni diverse dalla frequenza, come al fatto che c’è stata un’esperienza recente (ad esempio, si è assistito a una notizia di questo tipo al telegiornale) o per l’elevata rilevanza (il decesso da parte di squalo può apparire più intenso e scioccante).


Euristica della rappresentatività: in questo caso, la probabilità o la frequenza di un evento o informazione viene giudicata sulla base della similarità. Ci possiamo riferire al problema di Linda visto sopra: la descrizione di Linda risulta essere maggiormente simile allo stereotipo che si ha della ragazza “impiegata in banca e attiva nel movimento femminista” piuttosto che della ragazza “impegnata in banca”. Abbiamo visto come ragionare per stereotipi può superare addirittura la logica di base delle probabilità.


Euristica affettiva: si parla di euristica affettiva quando è il lato emotivo a guidare la scelta o la stima di probabilità dell’individuo. Ad esempio, nel momento in cui l’individuo giudica un oggetto o un evento sulla base dell “etichetta affettiva” che è stata associata (solitamente a valenza positiva o a valenza negativa), prenderà decisioni influenzate da queste etichette affettive. La “positività” dello stimolo indurrà l’individuo ad esserne attratto oppure a sottostimare il rischio e sovrastimare i benefici (es. alcol o sigarette); tuttavia, l’euristica affettiva ci spiega come anche lo stato individuale della persona, nel momento stesso in cui decide, va ad influenzare la sua percezione e conseguentemente decisione.


Euristica di ancoraggio e aggiustamento: “gli individui formulano delle stime partendo da un valore iniziale che viene successivamente aggiustato per produrre una risposta finale” (Tversky e Kahneman, 1974, 1128). Si parte da un valore iniziale, che può essere fornito o pensato, per fare una stima che si collocherà non troppo distante dal valore di riferimento. Questo tipo di euristica viene utilizzata molto nelle vendite tramite sconti o comparazione di prezzi di prodotto.

In una famosa dimostrazione (Tversky e Kahneman, 1974) i partecipanti dovevano stimare in termini di percentuale quanti degli stati che fanno parte delle Nazioni Unite sono africani. Prima di enunciare la propria stima, ad alcuni partecipanti veniva fatto vedere, tramite una finta “ruota della fortuna”, il numero 10, mentre ad un’altra parte di partecipanti veniva fatto vedere il numero 65. Si è visto come nel primo gruppo la stima di stati africani facenti parte delle Nazioni Unite aveva come media il 25%, mentre nel secondo gruppo la media era 45%.



Spunti per la stesura dell'articolo: Psicologia del giudizio e della decisione a cura di N. Bonini, F. Del Missier e R. Rumiati, di cui si suggerisce una lettura per avere una panoramica maggiormente approfondita, anche per altre tematiche inerente la psicologia della decisione.


Plous, S. (1993). The psychology of judgment and decision making. Mcgraw-Hill Book Company.


Tversky, A., & Kahneman, D. (1974). Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases: Biases in judgments reveal some heuristics of thinking under uncertainty. science, 185(4157), 1124-1131.


Tversky, A., & Kahneman, D. (1983). Extensional versus intuitive reasoning: The conjunction fallacy in probability judgment. Psychological review, 90(4), 293.


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