La conoscenza approfondita delle necessità di un consumer, è sempre uno degli aspetti da tenere sul piedistallo ai fini di un’analisi e valutazione del mercato.
Ovviamente in un mercato globalizzato, che seppure interconnesso rimane sempre diversificato, risulta impossibile per un’azienda inviare un messaggio univoco e standardizzato a tutti i clienti ma soprattutto soddisfare i loro potenziali bisogni.
Per questo è essenziale imparare a diversificare il mercato di riferimento, suddividendo la domanda in “segmenti di mercato” ottimizzando il rapporto risultato-risorse attraverso l’adattamento dell’offerta e facilitando la ricerca di vantaggi che rendano competitivi il prodotto rispetto i competitors.
Nonostante l’emersione di nuovi trend generazionali con annesse nicchie di clientela, ancora oggi quella dei Millennial rappresenta la generazione da tenere d’occhio, questa infatti rappresenta il 24% della popolazione mondiale, ovvero circa 1,7 miliardi di persone nel mondo, la quale ha un potere d’acquisto attuale ma soprattutto crescente, inoltre secondo le previsioni, nel 2036, i Millennials dovrebbero arrivare ad essere 81 milioni.
Quando si sente parlare di Millennial, ci si riferisce alla targetizzazione di prospects nati indicativamente tra il 1981 e il 1996, ovvero coloro che oggi hanno tra i 24-26 e i 38-40 anni.
Sono la fetta di popolazione più interessante per i marketer.
La generazione Millennial è cresciuta in un momento di profondi e veloci cambiamenti, culturali, sociali ed economici.
E a proposito di società: quella dei Millennial è stata la prima generazione a crescere e formarsi in ottica digital, caratterizzata da confini globali sempre meno marcati e con desiderio di indipendenza e autonomia.
In termini di produzione, ciò si traduce nel cercare di rispondere ad una domanda ben precisa: personalizzazione del prodotto/servizio e cura del brand.
Un’impresa deve perciò ragionare in termini di customer-centric, raggiungendo e influenzando la decisione d’acquisto del consumatore attraverso i touch points.
Per chi non avesse ancora le idee chiare in merito, con il termine touch points si intendono tutte le occasioni di contatto con il cliente, in cui vi è un incontro concreto tra il futuro buyer e il prodotto o il brand.
La customer experience prende in considerazione ogni aspetto dell’offerta dell’azienda ed è la risposta soggettiva del cliente dopo aver avuto un contatto diretto con essa, ciò avviene poiché la creazione di un’efficace customer experience ha come focus risposte cognitive, emotive e comportamentali alle quali vengono associati gli stimoli sensoriali e la collocazione del messaggio pubblicitario nel contesto sociale di riferimento.
Per creare una customer experience a prova di Millennial è importante conoscere a fondo i segni distintivi di questi consumer, definita non a caso la “we, more and now generation”.
Sono la generazione del noi in quanto in loro è insita l’idea di social e community, ed essendo la condivisione uno dei loro valori fondamentali, il loro tempo di permanenza sui social network è sempre più elevato, in particolare nelle piattaforme dei social media come facebook e IG, sono dei veri e propri fruitori delle recensioni prodotti e-commerce alle quali contribuiscono attivamente.
Sono la generazione dell’adesso, poiché desiderano avere i prodotti migliori e i più innovativi ma li desiderano rapidamente e nella forma più conveniente, sono infatti abituati a controllare lo smartphone in media 150 volte al giorno ed il 76% di loro è sempre connesso.
Per ultimo, ma non per importanza, quella dei Millennial è considerata la generazione del di più poiché essendo sempre informati, hanno delle esigenze specifiche e delle aspettative alte, mostrando però un alto tasso di fedeltà al brand, al quale richiedono di essere sempre sull’onda dell’innovazione.
Quando si pensa in ottica di costruzione della customer journey, in questo senso, i Social Media risultano il canale commerciale più fertile, al punto che negli USA queste piattaforme arrivano ad influenzare la fase di purchase in maniera sostanziale, dal 2010 al 2015 si è assistito infatti a un incremento del 58% di Millenial adulti presenti su FB e iG.
L’influencer marketing deve essere privilegiata, poichè negli anni si è dimostrata una strategia di successo.
Con essa si intende una forma di marketing in cui i a fare la differenza sono gli ambassadors o influencers, individui sempre connessi che generano contenuti in forma interattiva, che orientano alla fase di purchase di prodotti o servizi da loro consigliati in quanto personalmente testati.
Seppur attraverso un mood comunicazionale differente, altrettanto importante è l’ambiente digitale dominato dai bloggers, non è infatti un caso se il 90,4% di essi è stato contattato almeno una volta da agenzie pubblicitarie per attività di marketing o di public relations.
Altra strategia efficace è la Native Advertising, il cui ragionamento alla base è che se un utente è realmente integrato al contenuto che sta visionando, sarà altrettanto sensibile ad contenuto pubblicitario, a patto che questo non risulti come un’interruzione rispetto il contenuto precedente, per ottenere questo risultato è necessario che il contenuto pubblicitario diventi parte integrante dell’esperienza di esplorazione dell’utente, mostrandosi coerente in grafica e concept con il contenuto da lui ricercato.
Come detto precedentemente, il Millennial tipico ama i contenuti personalizzati, è infatti il più sensibile all'engagement generato dalle Newsletter, che ad oggi se ben studiate, rappresentano il miglior strumento nel quale investire in termini di costi/benefici.
In ultima analisi, volendo unire il desiderio di socialità e l’esigenza di acquisto online del Millennial, è utile che la propria azienda costruisca un vero e proprio Social Commerce, ovvero che utilizzi i Social Media per scopo pubblicitario ma soprattutto attraverso la cura delle vetrine a loro connesse per presentare i propri prodotti e concedere la possibilità di acquisto, il 47% dei Millennial ha mostrato di essere propenso ad acquisti social commerce contro il 19% degli utenti web appartenenti a tutti gli altri segmenti.
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