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La nuova etichetta energetica, impariamo a leggerla

Non è un segreto ma neanche un’ovvietà, da marzo 2022 l’etichetta energetica presente sui prodotti si è vestita ufficialmente di nuovi panni, obiettivo: facilitare la scelta al consumatore orientandolo alla migliore opzione in termini di economicità e sostenibilità ambientale.

Nonostante l’intento nobile, tale sforzo per molti versi risulta vanificato dall’attuale stato confusionario di molti utenti che lamentano di faticare a prendervi confidenza.





Nella nostra penisola, l’obbligo di apporre l’etichetta energetica sugli elettrodomestici casalinghi, era stato introdotto nel 1988 dal progetto BELT con lo scopo di rendere trasparente e facilmente intuibile la spesa energetica causata dal loro utilizzo, permettendo così agli indecisi di poter discernere due apparecchi tecnicamente simili, ma con un prezzo d’acquisto a volte totalmente differente, arrivando così a fare una scelta consapevole rispetto il rendimento energetico ed il suo relativo dispendio in termini di consumi.


In un’epoca in cui gli acquisti vengono effettuati con tempistiche veloci, che non permettono dunque di potersi soffermare a lungo sulla scelta del modello, i paesi dell’UE in blocco hanno bocciato la vecchia etichetta ritenendola poco chiara e spesso fuorviante per il cittadino medio, il quale sente in gran parte necessità di risparmiare in bolletta e contemporaneamente di rispondere all’imperativo etico di contribuire ai principi di sostenibilità evitando di gravare sul tasso di inquinamento del nostro pianeta.


Per quanto riguarda il primo punto, ovvero il caro bolletta, secondo Torino Today la nuova etichetta farà risparmiare al consumatore in media 15€ l’anno, mentre al fine di incentivare le aziende a migliorare l’efficienza energetica dei prodotti immessi nel mercato, l’attuale rimodulazione prevede che nessun prodotto rientri in classe energetica A, poche eccezioni per la classe energetica B, dunque nonostante l’efficienza energetica sia la medesima, una lavastoviglie che con la precedente etichetta sarebbe stata inserita in Classe A++ oggi potrebbe essere equivalente ad una classe C, stesso discorso per un’asciugatrice, che se dalla vecchia etichetta energetica era premiata con una classe energetica A++ nella nuova etichetta energetica potrebbe configurare come appartenente ad una classe E, ma non solo, in base alle nuove linee guida sull’efficienza energetica, un apparecchio per quanto tecnologicamente performante può essere declassato se non rispetta dei parametri ecologici, addirittura in alcuni casi, un elettrodomestico attualmente indicato in classe G con rispettiva barra rossa, potrebbe corrispondere ad una vecchia classe A.




Cos’ è cambiato nello specifico?

Fino ad un anno fa, era ancora possibile trovare una scala di valori espressa in lettere alfabetiche, nello specifico dalla A alla D seguite da un equivalente scala di colori, dal verde al rosso e che in ordine discendente attribuiva rilevanza all’elettrodomestico in termini di massimizzazione della resa e minimizzazione dei costi energetici, tenendo conto delle emissioni inquinanti, inoltre a volte seguiva il segno “+” (fino ad un massimo di 3) e la cui presenza era giustificata da sottigliezze tecniche che qualificano elettrodomestici appartenenti alla stessa classe energetica, leggermente differenti tra loro.


  • Oggi la scala principale, quella dei colori è rimasta sostanzialmente la stessa, partendo dal verde, miglior rendimento energetico, si arriva gradualmente al rosso, peggior rendimento energetico;

  • È stato eliminato il segno +, al fine di rendere la scala di consumo uniforme;

  • Sono state aggiunte le classi energetiche E, F, G con la previsione che entro il 2024 spariscano dal mercato tutti gli elettrodomestici appartenenti alle classi F e G;

  • Il consumo energetico annuo viene indicato sotto la scala dei colori ed espresso in kWh, ed è specifico, nel senso che cambia riferendosi alla singola famiglia di prodotti, non è dunque applicabile alle altre, ad esempio per lavatrici, lavasciuga e lavastoviglie il consumo riportato è riferito a 100 cicli di lavaggio, per i frigoriferi è annuo, mentre i monitor e le lampadine hanno valori basati su 1000 ore di utilizzo;

  • Sono stato inseriti pittogrammi intuitivi volti a divulgare la conoscenza in merito al consumo di acqua durante il programma ECO, alle emissioni acustiche (espresse in db) e alla capienza/capacità del singolo elettrodomestico. Inoltre i pittogrammi cambieranno in base allo specifico apparecchio, riportando in alcuni casi delle scale di valore da A a D;

  • Per celebrare l’era digitale, sarà sempre presente un codice QR, una matrice che abbiamo imparato a conoscere bene negli ultimi anni e, grazie alla quale (tramite la classica scansione), è possibile ottenere ulteriori informazioni, questo infatti rimandando alla banca dati europea rilascia la possibilità di scaricare la scheda tecnica completa del prodotti;

  • In ultimo, dovrà sempre essere indicato il rispetto del regolamento Europeo 2019/2017.




Quali altri elementi la renderanno innovativa?

Visto che si parla di transizione energetica e Green Deal, non poteva di certo mancare la bandiera europea con la dicitura Energy posta in alto a sinistra di ogni etichetta, volutamente inserita per sottolineare che il processo di unificazione dei paesi dell’UE non riguarda singole decisioni economiche ma che prevede un disegno con fini più grandi.

Altra gradita novità è la presenza dell'icona smart indicante gli elettrodomestici “intelligenti”, dunque quelli che entrano in funzione quando il costo dell’energia è più basso.


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