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Creare un franchising, quali step per un'idea vincente

Aggiornamento: 14 set 2022

La formula in franchising è sempre più ricercata da chi desidera nuove opportunità di investimento potendo contare sulle altissime probabilità di successo, garantite in parte dalla forza della rete, dall’altra dal desiderio di riuscita del franchisor che si traduce in azioni di marketing e comunicazioni volte ad appoggiare i propri franchisee ma soprattutto a far esplodere il retail in maniera capillare.

Vrom nota agenzia di intermediazione tra privati, ci ricorda che in Italia il franchising compie 50 anni, e con la sua radicazione ci ripota dati entusiasmati che dimostrano come, proprio grazie all’appoggio di un business channel consolidato alcuni settori del retail sono riusciti a sopravvivere alle difficoltà create dalla mancanza di pedonabilità post Covid-19.




A guardare le stime di Assofranchising, in Italia il giro d’affari generato dal settore franchising, riporta cifre da capogiro, 25.041.158.750 € di vendite dirette solo nel 2018-2019.

Se in Italia, l’incremento delle aperture dopo il 2018 è stata del 4,5% all’estero si parla invece del 7,6%, chiaro segno di apertura da parte del consumer verso mercati internazionali.

Questo dato, espresso in soldoni, ci spiega infatti che il consumer con mentalità sempre più apolide, desidera poter ritrovare i prodotti e i servizi del cuore in qualsiasi parte del globo.

Non ci si deve perciò stupire se ad oggi, molti imprenditori si stanno ingegnando al fine di ideare e sviluppare concretamente una propria rete di franchising.


Ma quali sono le regole per la buona riuscita di un franchising?


Una proposta d’appeal

Le Keywords nel marketing non sono mai banali o casuali e in questo caso specifico quelle che contano sono 2: qualità e differenziazione traducibili nella volontà di essere disruptive, ovvero di pensare in grande e osare la scalata di nuove vette, un’affiliazione deve infatti brillare rispetto ai competitors, proponendo un’idea che si possa definire riformatrice di settore.

Ciò comporta lo sviluppo di una value proposition non solo originale nel suo disegno globale, ma che sia corredata da numeri concreti e stime affidabili che motivino e appassionino il futuro franchisee.

Di solito il progetto di base viene testato dallo store pilota, il quale partendo da un punto zero sperimenterà la bontà dell’idea madre, concedendo così l’opportunità agli store successivi di poter beneficiare di tutti gli accorgimenti e le modifiche ritenute necessarie dal franchisor, apportate con il fine di massimizzare il rendimento, minimizzando i costi ma soprattutto i rischi.


Best Practice

Realizzare un business plan fattibile e appetibile, che chiarifichi i prodotti e i servizi è un passaggio fondamentale, che prevede di mettere in luce tutti i punti di forza e le potenzialità da sviluppare così che il dealer si senta in grado di guidare lo store in tutte le sue fasi decisionali avvalendosi di tecniche di store management.

Altra faccia del trasferimento di know-how franchisor-franchisee, sono sicuramente lo studio completo del mercato di riferimento il quale comprende l’analisi dei competitors, la proposta di una strategia di marketing e comunicazione ritagliata e cucita su misura del caso, le , previsioni economiche, le coperture degli investimenti e non per ultimo lo studio di fattibilità, riuscendo così a definire le reali potenzialità dell’azienda, i fattori di rischio da arginare e le eventuali implementazioni.


Altro step fondamentale è la definizione del contratto di franchising, chiave di volta per attrarre e convincere gli affiliati interessati.



Quali sono le voci più importanti del contratto?


Chiarezza nella Royalty e Fee d’ingresso richieste

In particolare la fee d’ingresso ha una duplice funzione recando in sé un valore sia simbolico che materiale, con essa infatti vengono passati valori intangibili come l’idea innovativa, il know-how, best practice testate e brevettate e, a livello più concreto , vengono anche forniti la progettazione e l’arredamento dello store, comprendendo l’impianto d'illuminazione, i profumi, le musiche, il materiale audiovisivo, che essendo per l'appunto elementi tangibili e visibili, saranno quantificabili dal punto di vista economico molto più facilmente che non quelli precedentemente descritti - come le tecniche di store management - e che saranno trasferiti al franchisee cercando di minimizzarne il disagio economico iniziale, al fine di invogliarlo verso quello che si configura un vero e proprio investimento.


Stesso principio detta le regole che stabiliscono se conviene o meno fissare le royalties, queste possono anche essere previste a partire da un determinato periodo post partenza contrattuale e sulla base dei ricavi ottenuti dal dealer, richiedendone una determinata percentuale, mentre altre formule, prevedono la fissazione di una quota minima prendendo come tempo zero l’apertura dell’attività. Anche in questo caso ogni franchisor valuta la soluzione migliore in base alle opportunità che presenta il business in questione, supposizioni che poco hanno a che fare con processi intuitivi o deduttivi ma che bensì vengono stabilite grazie appositi studi di settore e dunque sulla fattibilità reale insita in quel determinato settore del franchising.


Cos’altro per assicurare lunga vita ad un Franchising?


Creazione di un Network

La mission di ogni franchisor è quella di incrementare territorialmente il numero di punti vendita affiliati, così da garantire una presenza costante nel territorio, indispensabile affinché nella mente del consumer inizi il processo di fidelizzazione. Ciò comprende lo sviluppo di una forte identità, garantita dalla presenza di un logo che sia graficamente accattivante ma, soprattutto coerente con i valori aziendali, con il messaggio che si desidera inviare e non per ultimo rivolto ad una specifica tipologia di prospect che si desidera convertire in consumer.

Il marchio è dunque la vera e propria identità del franchising, fonte di ispirazione e veicolo di comunicazione verso il potenziale affiliato, e di conseguenza va protetto dal punto di vista legale tramite la registrazione alla camera di commercio, fatto conoscere attraverso strategie pubblicitarie di brand awareness che prevedano azioni di inbound marketing, partecipazione a fiere, posizionamento nelle apposite piattaforme online e riviste di settore.


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