L’imbound marketing nasce in seguito al superamento del tradizionale metodo pubblicitario di outbound (es. eventi, fiere, telemarketing) e si colloca come una metodologia del #digital #marketing, l’idea è quella di rendersi appetibili al fine di essere desiderati e rintracciati dai potenziali clienti in ottica #outside-in.
Secondo #archimedia oggi i l’83% dei consumatori trova il proprio venditore attraverso un motore di ricerca come #google, ed i clienti di aziende #b2b hanno effettuato mediamente 12 ricerche prima di visitare realmente un sito aziendale.
Inoltre, ogni contatto convertito attraverso azioni di #inbound costa mediamente il 60% in meno di quelli ottenuti tramite l’outbound.
Nel mondo del #digitalmarketing l’ingrediente principale è la creazione di un #content #value #network pensato e realizzato con l’obiettivo che siano i clienti a rivolgersi al #retailer incuriositi da una #customer #experience coinvolgente.
Inizia ad essere chiaro che il primo passo di un’azienda che voglia praticare #imbound #marketing deve essere sicuramente l’ottimizzazione delle proprie attività #SEO, essenziali al fine di rendersi trovabili da un possibile #buyer; e fortunatamente, molti #CSM come #wordpress includono strumenti di ottimizzazione #SEO.
Come una partita di superball, così anche il nostro #inbound #marketing ha dei suoi precetti.
Quando si vuol pescare in rete, non sempre è valido il concetto “Basta che se ne parli”, generare rumore può essere utile nella fase di #awareness di un #brand, ma diventa controproducente quando si ha un fine ben specifico, perciò diventa legge inviolabile il paradigma secondo il quale il contenuto da sponsorizzare va sempre realizzato a braccetto con il contesto all’interno del quale verrà esposto; non avrebbe senso indossare una tuta da scii per presenziare ad una serata di gala, anzi, al 90% si risulterebbe fuori luogo e si perderebbe di credibilità, perciò per effettuare un’attenta analisi del tuo #target, poniti la domanda: “ A chi vuoi parlare?”
Si possono attirare visitatori tramite la creazione di un magazine o un post sponsorizzato sui #socialmedia, ricordandosi di effettuare una precedente analisi delle #keywords efficaci, perciò poniti la domanda:”Cosa cerca e come lo cerca la mia #buyer #persona?”
Ogni cliente per divenire tale, deve essere convertito attraverso una #CTA, proposta dopo aver fatto conoscere il prodotto attraverso una #DEM all’interno della quale vi sarà un’offerta in cambio del rilascio del proprio contatto, come ad esempio un codice #coupon.
Si conclude poi attraverso il nutrimento del contatto, inviandogli nel tempo contenuti personalizzati, attraverso l’utilizzo di #newsletter, ricordandogli così che sai che esiste e che per te è importante.
Infine si delizia il cliente dando rilevanza alla sua opinione, ad esempio costruendo un sondaggio in cui gli domanderai un #feedback circa la sua #customer #experience.
Altra pillola: ogni strategia di Imbound Markting deve tenere conto della propria #buyerpersona, non solo attraverso la conoscenza di informazioni demografiche, ma anche psicografiche: il cliente è un’entità fisica che ha sogni, desideri espressi e inespressi e che può provare paura ed essere diffidente rispetto l’acquisto di un #prodotto o #servizio.
Studiare la buyer persona significa significa trovare un linguaggio comune e parlare affinché sia lei a sentire di avere bisogno di te.
Dimmi cosa mangi e ti dirò di sei (Jean Anthelme Savarin )
Dimmi cosa cerchi e farò in modo di fartelo avere (Inbound Maketing)
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